Cole - Part I

......................................
Data: 4-Marzo-2007 (?)
Umore: bassissimo
Lettura: lenta
Luce: fioca
Musica: Billie Holiday
.......................................

Cole spalanca gli occhi, è nel letto. Le pareti sono grigie, c’è poca luce.
Apre la bocca, i denti gli scivolano fuori, scendono a terra e si ordinano come piccoli soldatini in fila. Avvia un cd e Billie Holiday vive.
Prende un occhio, se lo sfila, ma senza dolore, senza farsi male, lo ruota tra le dita, se lo guarda con l’altro: “è un buon occhio” - pensa. Poi lo poggia in un bicchiere di carta, di quelli piccoli, da caffè.
Scende, deve farsi un bagno. Lascia l’anima nel letto, fa troppo male. Entra nella doccia, si siede in un angolo con la speranza che l’acqua calda lo liberi dalle sostanze nocive della mente, dell’anima (sì, quella fottuta non è rimasta tutta nel letto).
Mani tra i capelli, toccarsi fa bene, prendi contatto con te stesso, ma non basta.
Cole apre le porte della doccia, lascia l’acqua aperta, “chi se ne frega”.
Scivola per terra come un verme, un serpente; non vuole alzarsi, serve troppa energia.
Ma fa freddo, nudo e bagnato a terra. Strappa l’accappatoio dall’appendino, se lo avvolge attorno al corpo e resta fermo ad asciugarsi. Spegne le luci e guarda il soffitto, al buio.
L’anima scende dal letto, entra in bagno, nessuna porta la ferma, penetra in Cole dolcemente. “Perchè tutto non cambia?” - Perchè è così, ma a Cole non basta e non frega un cazzo.
Piega le gambe come un feto e resta a terra, forse qualcuno cambierà le cose nel frattempo.
“No, non sarà così, ma può capitare, per questo l’anima è entrata dolcemente.”
Ok, Cole è convinto, ce la può fare. Si alza, prima in ginocchio, poi si aggrappa con le braccia ad un termosifone e si tira su. Guarda lo specchio, appannato dall’aria calda. - “Ah, già, la doccia continua a sputare acqua. Spegniti, dannazione, non farlo fare a me, non ho energia. Ok, non lo farai mai da te, ti chiudo io, bastarda.”
Lo specchio. Lo pulisce con un panno; ecco il suo volto, sangue che non si vede, ma lui, sì, lo vede. “Via questa faccia!” - Con una mano strappa un po’ di pelle dalla guancia destra, si toglie via morbidamente, resta quel che c’è sotto. Ma non è abbastanza sotto.
“Basta cazzate, sciacquiamoci il volto, è ora di provare a dimenticare. No, macchè dimenticare, solo vivere. Acqua tiepida... non basta. Ma quello c’è. E fra venti minuti, che si fa?” - Si gratta la testa, mani tra i capelli. - “Anima, va via. Lasciami perdere per un po’. Dannazione. Billie, aiutami almeno tu... Che dici in quelle parole in inglese? Forse meglio non saperlo... Ma quanto sei brava, Billie.”
Cole esce dal bagno, torna in camera nudo, ma non è davvero nudo. Si guarda allo specchio, mentre Billie canta e altri suonano.
“I denti, a terra. Cazzo ci fanno? Beati loro, si mettono pure in riga. Io non riesco a mettermi in riga neanche i capelli, neanche un pezzo della mia fottuta anima...”
Calcio ai denti bastardi, che rotolano per tutta la stanza, finiscono anche sotto il letto.
“Fanculo, non vi raccolgo; toccherà alla donna delle pulizie, cazzi suoi. L’occhio lo riprendo, sì; magari dopo averlo messo al suo posto fa anche un po’ di scena. Insomma, si cambia. Il volto è diverso e forse questo rende diverse le cose. Insomma, almeno si ride. Magari spavento qualcuno, una bionda, ad esempio. Vediamo come mi sta. Bah, una merda. Però con un po’ di ritocchi sembro un bel tipo ‘horror’. Basta, mi lascio cadere a terra, so che il pavimento volerà via. Tre, due, uno, giù di spalle. Grande, avevo ragione. Niente pavimento, sto precipitando di schiena nel vuoto, chissà quando arriverò in fondo. Non è buio attorno a me, non nero; blu scuro... mi piace, sì. Cambio la temperatura, non voglio il freddo, voglio il tiepido. Ecco, così, mi piace. Volo giù giù giù giù senza vedermi alle spalle. Mmm... che piacere, sto quasi bene... Ruoto su me stesso, voglio vedere dove sto andando a finire. Niente, non si vede nulla, come nei miei sogni. Fuck the world. Ma è questo che voglio? No, chiaramente. Ma questo mi fa bene ora. Cazzo, ma che ora è? Ancora le undici di mattina? Ah, no, ecco l’orologio: è l’una meno venti, ci spostiamo verso gli orari della mia mente... mi serve.”
“Sfogato? Non proprio, ma ho mangiato ancora del tempo, quel fottuto. Diavoli, ma perchè non vanno bene le cose? Dannazione, è così difficile? E che cambia ora? Niente. Forse. Ma forse sì. Basta, facciamo i seri (perchè finora non l’ho fatto?). Lascio questo infinito e torno in camera, mi vesto, mi acconcio la barba. Ok. Mi scoperchio anche il cranio, gli do un pulitina con il vecchio pennello da barba che usavo quando avevo quei fottutissimi diciotto anni del cazzo. Tutto a posto, anche il cervello è pulito, la mia barba è ok. Camicia, giacca, due stronzate per la testa. Bene, vado a lavoro. Chiudo la porta di camera e vaffanculo esco, magari le tante particelle lì fuori mi fanno la festa. La mia festa, intendo. Molto più probabile che facciano la loro, le puttane di particelle. Ah, ecco, facciamo così oggi: pulsante dell’invisibilità, così faccio i cazzi miei, e se voglio piango pure e nessuno mi rompe. Magari...
Via tra le fiamme.”

Cole - Part II

......................................
Data: 7-Aprile-2007 (?)
Umore: bassissimo
Lettura: lenta
Luce: fioca
Musica: nessuna
.......................................

Qui si gioca e io non partecipo.
La carne è pesante, io non la sopporto. Ancora così, senza aiuto.
Mi nascondo? Muoio? Non ho il coraggio per niente del genere, ma sono a pezzi.
Mi sdraio, peso morto, e piego la testa... aspetto... succede qualcosa? No.... lo sapevo.
E che si fa? Forse stare così per tanto...? Forse è questa la soluzione...?
Voci, altri, cose che accadono... che fastidio, insopportabile...
E’ possibile che l’indifferenza sia così alta? Forse non c’è, ma io sento questo, lo vivo come tale. E mi entra dentro come lame, come bisturi. Un taglio sul volto, prima lieve, poi profondo, ma non mi fa abbastanza male per dimenticare...
Forse meglio scomparire in un posto buio e isolato, senza che nessuno sappia e ti cerchi... per ore, giorni...
Forse meglio così...
Ma non si può, non trovo il modo...
Neanche questo posso scegliere...
Niente...
Sono prigioniero.
Cole svegliati, e continua...
Alzati e piangi.